1 - È uscita su Malamente numero 32 (marzo 2024), un'intervista condotta da Sergio Sinigaglia sui temi del mio La merce che ci mangia. L'intervista occupa le pagine da 55 a 60. Sergio mi sollecita sulla natura di merce del cibo, sul “valore d'uso” e la fascinazione acritica che lo circonda, sul greenwashing e le scelte etiche rispetto al cibo. Malamente, rivista cartacea, è in distribuzione qui. Copincollo qui sotto qualche riga da uno degli scambi:
D. Una questione non certo secondaria è come il capitalismo sussume anche contenuti apparentemente condivisibili. Rispetto alla questione ecologica parliamo di greenwashing. Possiamo parlare di “biologico washing”? Nel testo fai l’esempio del Gambero Rosso, nato da una “costola” de Il manifesto, poi diventato Slow Food, così come la storia di Alce Nero capostipite del biologico...
R. Sì, possiamo certamente parlarne, ma non saprei più come farlo. Ho raccontato in passato la storia della pizzeria Radio Alice, un caso davvero maldestro di messa a valore della controcultura, in quel caso del Settantasette bolognese. Ma poi, una volta che lo si è raccontato, che si è rotto quello specchietto per le allodole, cosa resta in mano? Non credo più che smascherando il riciclaggio, il “washing”, si possa disinnescare la messa a valore di tutto che opera il capitalismo. Si pensi alle proteste contro la turistificazione della città: riescono forse a mettersi contro il fatto già compiuto della turistificazione della città? Il capitalismo continua a fare il suo sporco lavoro, e il suo sporco lavoro è la trama della nostra vita individuale e collettiva [...]. Dobbiamo assumere fino in fondo questa consapevolezza. Quello che dovrebbe essere il cruccio di chi ha orrore del capitalismo è: come lacerare quella trama? In piccoli punti, in piccole comunità, con piccole prassi, forse. Prassi che sicuramente hanno a che fare con l’agricoltura dal lato propositivo, e con la diserzione dal digitale dall’altro.
2 - La merce che ci mangia è «tanto una summa del lavoro di ricerca dell’autore nell’ultimo decennio […] quanto un affondo necessario per poter inquadrare il tema in modo teoricamente fondato e politicamente consapevole.» Così Lorenzo Mari su Pulp Magazine. Qui l'intera recensione.
3 - Altra recensione è quella di Afshin Kaveh uscita su L’Anatra di Vaucanson. Attento anche ai punti deboli del testo, Kaveh nondimeno lo considera «un punto di partenza ricco, stimolante e imprescindibile per iniziare a comprendere l’irrazionalità di un mondo che sotto l’egida capitalistica, proprio come Saturno, divora i suoi figli». Da leggere qui.
4 - Presenteremo La merce che ci mangia al Circolo Arci Guernelli, in via Gandusio 6/in Bologna, sabato 6 aprile alle 18:30.
La foto delle nespole è di Takkk, e proviene da qui.